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Non mandare il tuo fatturato in vacanza

Agosto è vicino e uno dei classici errori di molti studi dentistici è quello di mandare in vacanza anche il loro fatturato.

Ci si ferma ad agosto e poi si fa fatica a riprendere a settembre. Normalmente si inizia a girare bene in poltrona da metà settembre in poi.

Ma quanto sta realmente costando la vacanza?

Il calcolo è semplice, basta moltiplicare la resa giornaliera poltrona per il numero di poltrone e quello che esce per i giorni di chiusura. Aggiungi a questo veloce calcolo anche i primi quindici giorni di settembre sotto media e avrai idea di quanto costa realmente la vacanza al tuo studio in termini di mancato incasso.

E i costi fissi? Quelli non vanno in vacanza e accentuano la perdita.

Il problema principale è la mancanza di pianificazione che è figlia della mancanza di controllo dei numeri dello studio.

Ecco due soluzioni possibili

Le soluzioni sono diverse, vediamole insieme.

Se proprio non sai come fare, puoi mantenere la chiusura centrale di agosto massimizzando le attività di luglio con attività come ad esempio lo sbiancamento. Inoltre, è fondamentale lavorare in anticipo per aprire a settembre con l’agenda già piena di appuntamenti, evitando di pensarci a inizio mese.

Altra soluzione è creare dei turni di lavoro inserendo quei pazienti che danno disponibilità per agosto e favorendo l’acquisizione di nuova pazientela sulle urgenze. Infatti, ad agosto cresce la ricerca online di studi dentistici aperti e si può approfittare di questo attraverso una campagna marketing mirata e stagionale.

Lavorando con molto anticipo, si può ottimizzare la soluzione appena vista. Molti studi odontoiatrici restano aperti ad agosto con regolarità, hanno l’agenda mediamente piena per il mese estivo, ma anche per gli inizi di settembre e il loro fatturato non va in vacanza.

Perché altri studi non lo fanno?

Il motivo principale risiede nel fatto che il titolare medio di uno studio dentistico è anche il principale lavoratore, si ferma lui si ferma tutto.

A volte, l’idea di avere collaboratori esterni è mal vista a causa di esperienze negative passate o di convinzioni di minor guadagno. In realtà, occorre sapersi mettere in gioco e comprendere che la crescita dello studio passa attraverso la crescita del suo titolare.

Qualche esperienza negativa avuta in passato, non significa che non sia possibile. Occorre solamente trovare la persona giusta e sapere esattamente come gestirla per far sì che la partnership funzioni.

Se il titolare si concentra su prestazioni di valore, se attraverso una migliore strategia organizzativa dedica uno o due giorni a settimana ad attività di management dello studio, allora sarà in grado di creare grandi opportunità economiche e i collaboratori esterni copriranno le produttività delle poltrone.

Ma come fare se non si hanno numeri a disposizione con cui ragionare e trovare scelte realmente valide?

Si agirà per tentativi, oppure come spesso accade, si desiste tornando alle vecchie abitudini di fatturato in vacanza.

Per questi motivi, uno studio evoluto adotta il sistema di controllo di gestione professionale. Non improvvisa, ma pianifica e sceglie numeri alla mano con tanto di previsionali a supporto.

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